Charles Frederick Worth, uno stilista inglese considerato tradizionalmente il fondatore della Haute couture francese, dominò incontrastato soprattutto nella seconda metà del XIX secolo. Introdusse concetti completamente innovativi e trasformò la figura del sarto da artigiano locale che copiava dalle riviste di moda gli abiti femminili, a creatore d’abiti e di linee.
Worth nacque in Inghilterra da una famiglia benestante, che andò in rovina a causa dell’alcolismo del padre. Costretto a lavorare come contabile, fu in seguito assunto dai magazzini Lewis e Allenby, mercanti di seta londinesi. Questo fu il primo approccio col mondo della moda, che lui arricchì costruendo la sua cultura con la visita di musei e mostre d’arte, e studiando gli abiti delle epoche passate che avrebbero in seguito influenzato le sue creazioni. Nel 1845 ad appena vent’anni, si trasferì a Parigi presso il negozio di tessuti Gagelin dove restò per altri dodici anni incontrandovi la donna che avrebbe sposato, Marie Vernet, che fu la prima modella su cui sperimentò le sue idee. Dotato di un fine senso degli affari, faceva indossare i suoi abiti alla moglie sul posto di lavoro, incuriosendo la clientela, che cominciò a domandare vestiti simili. Propose allora a Gagelin di creare una linea di moda con le sete del magazzino, ma questi rifiutò perché non si era ancora diffusa l’abitudine di vendere abiti confezionati. Incoraggiato dalle richieste delle sue clienti, nel 1858 Worth decise di aprire una maison in proprio.
I tempi gli erano favorevoli: con l’ascesa al trono dell’imperatore Napoleone III Parigi si trasformò nel fiore all’occhiello d’Europa, grazie alla modernizzazione della città e alla rivitalizzazione dell’economia francese. La domanda di beni di lusso aumentò vertiginosamente, anche perché la crescita di imperi industriali aveva favorito il ceto dei “nuovi ricchi”, che volevano ostentare il fasto che vedevano nelle corti europee. La moda della metà dell’Ottocento prevedeva per la donna metri e metri di tessuto sorretti dalla crinolina: intuendo che la sartoria poteva sfruttare le innovazioni meccaniche ottocentesche, Worth iniziò a collaborare con la ditta Thomson, inventando una crinolina non più in materiali naturali ma in acciaio, che ebbe un notevole successo. Ambizioso e orgoglioso delle sue idee, capovolse la figura tradizionale del sarto che andava di casa in casa, ma al contrario cominciò ad invitare le clienti nella sua maison: ad esse mostrava figurini ed acquerelli e per esse organizzava presentazioni viventi, una vera audacia per l’epoca. Man mano che la sua fama si diffondeva i dipendenti della Casa aumentavano, fino ad arrivare a ben 158 sarti particolari e a più di un migliaio verso la fine della sua carriera I capi erano costosi pezzi unici creati su misura: un guardaroba completo comprendeva molti vestiti da mattina, da pomeriggio, da sera e per occasioni speciali come matrimoni o balli in maschera.
Nel giro di poco tempo si creò una clientela sceltissima soprattutto tra l’alta borghesia e le principali attrici e cantanti, tuttavia raggiunse il vertice della fama quando approdò alla corte di Eugenia di Montijio, moglie dell’imperatore che, vedendo la principessa di Metternich sfoggiare ad un ballo alle Tuileries uno dei suoi abiti, ne rimase incantata, volle conoscerlo e ne fece il suo sarto dal 1864, spingendo anche le sue dame a comperarne i modelli. Ben presto altre clienti reali cominciarono a servirsi da lui, come la regina Vittoria d’Inghilterra, Elisabetta d’Austria, la regina d’Ungheria. La fama che gli procurò l’essere il couturier della nobiltà lo pose al vertice della sartoria occidentale e fece sì che moltissime aristocratiche ordinassero i loro capi direttamente dal suo atelier. Se si considera che la regola del tempo voleva che una donna ricca non indossasse mai due volte lo stesso abito, si può capire come Worth giunse ben presto in cima a un colossale giro d’affari. Contemporaneamente i suoi abiti comparivano sulle riviste di moda diffondendone la fama al di là dei circoli di corte.
Tra le creazioni più popolari del sarto vi furono certamente gli abiti con la crinolina. Sua ad esempio fu l’idea di cambiare forma alla gonna, dapprima rotonda e poi spinta sempre più indietro verso la schiena. Inventò così una “demi-crinoline” asimmetrica, piatta sulla parte anteriore e rigonfia su quella posteriore; questa moda, che sfociò in un aggeggio in stecche di balena detto tournure, fu alla base della moda femminile dal 1872 al 1889. La demi-crinoline permetteva inoltre di accorciare l’abito sul davanti, in modo che i piedi non trascinassero la veste nel fango. Alcune innovazioni di Worth furono di natura tecnica, come modelli standard a componenti intercambiabili in modo da poter realizzare con un’unica base numerosi capi di abbigliamento.
Disponibile, come si è detto, alle invenzioni della tecnica, usò spesso la macchina da cucire di recente invenzione, né disdegnò l’uso del pizzo industriale, pur curando con estrema attenzione ogni dettaglio dell’abito, sia all’esterno sia nelle parti interne. Ogni modello era realizzato con costoso e pregiato tessuto francese, in particolare quello fabbricato dalle antiche seterie di Lione. Affascinato dalla moda antica, non di rado si ispirava alle opere dei maestri del Cinquecento e Seicento come Tiziano o Rembrandt. Fu anche il primo stilista a presentare collezioni di abiti in anticipo suddividendoli per stagione, e a fornire i cartamodelli delle sue creazioni per evitare le imitazioni.
Con la caduta del Secondo Impero nel 1870 e l’esilio di Eugenia di Montijo la maison Worth chiuse temporaneamente per riaprire solo nel 1872. Sparita la clientela di corte il couturier si dedicò all’alta borghesia di mezzo mondo, rimanendo sulla cresta dell’onda pur con prezzi esorbitanti. Alla sua morte nel 1895, l’attività commerciale fu seguita dal figlio Gaston-Lucien, mentre Jean-Phillippe ne ereditò quella creativa mantenendo ancora standard di qualità molto elevati. Tuttavia al volgere del nuovo secolo le forme barocche ideate da Worth smisero di incontrare l’interesse delle giovani generazioni, mentre nuovi e innovativi stilisti come Paul Poiret balzavano alla ribalta. La Casa chiuse i battenti nel 1954, ma gli abiti di Worth sono esposti nei più importanti musei della moda di tutto il mondo.
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